di Paolo Sbraga

Da luglio a settembre, ogni fine settimana, Ethea apre le porte del Museo della Montagna di Cervara di Roma

aperture museo cervara 2020

Ci sono molti modi di interpretare una sfera di pietra bianca su una tavola di legno. Se a vederla è un bambino (con dei gusti un po’ vintage), potrebbe pensare ad una rarissima palla da bowling originale di Fred Flinstone. Una persona con meno fantasia penserebbe ad un fermaporte, magari un po’ impegnativo da gestire. Un architetto lo riconoscerebbe come elemento ornamentale di una scalinata o di un portale, un filosofo – citando Parmenide – penserebbe che si tratta di una rappresentazione (un po’ bitorzoluta) dell’essere.
E così il destino della sfera di pietra bianca sarebbe quello di perdere la propria identità.

Da sabato 4 luglio 2020, grazie ad un accordo con il comune di Cervara di Roma, abbiamo iniziato ad aprire il Museo della Montagna: transumanti e pitturi collocato nel cuore di quel meraviglioso dedalo di vicoli arroccato a oltre mille metri d’altezza. Un museo piccolo e denso che si prefigge l’ambizioso scopo di descrivere due tratti caratteristici della comunità locale nei secoli passati: la vita pastorale e la frequentazione da parte di numerosi artisti. Lo scopo viene perseguito come si conviene ad un museo convenzionale: percorrendo le suggestive stanze di quella che era in origine la vecchia casa canonica della Chiesa incontriamo una notevole quantità di oggetti, opere, abiti e strumenti. Insomma: c’è un sacco di roba in questo museo. Tra cui una sfera di pietra bianca su una tavola di legno.

E poi ci siamo noi. Ogni sabato pomeriggio e domenica mattina, da luglio a settembre, saremo lì per spiegarvi che quella palla di pietra è in realtà la munizione lanciata da una catapulta in un assedio del 1276, quando le truppe pontificie e quelle abbaziali intervennero con la forza per porre fine alla rivolta del monaco Pelagio, da mesi asserragliato dentro l’inespugnabile fortezza di Cervara. Vi spiegheremo chi è l’uomo che vi osserva dalla tela a olio su cui è ritratto e la dolente storia d’amore che ai tempi del Grand Tour legò un pittore francese ad una ragazza locale chiamata Rosanera per il suo burrascoso passato.
Vi racconteremo tutto questo perché Ethea lavora costantemente per offrire consapevolezze allo sguardo, così che quando andrete via da Cervara non vi porterete via solo il ricordo di un posto splendido, ma anche delle storie uniche che esso custodisce.

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