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Rovine di Camerata Vecchia

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Rovine di Camerata Vecchia

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Perimetri di antiche abitazioni in pietra, chiese, stradine. Le rovine di Camerata Vecchia si situano su uno sperone di roccia a un’altitudine di 1200 metri sul livello del mare, in una posizione dominante rispetto alla Piana del Cavaliere. Raggiungibili attraverso più sentieri che partono da Camerata Nuova, le rovine garantiscono ai visitatori un’esperienza del tutto originale.

« È giusto un piccolo paese sulla cima di uno scoglio a 1218 metri sul mare. Venti anni fa l ’incendio, ed ora non vi rimangono che pochi abitanti e delle stalle pel bestiame, scusa questa, secondo gli abitanti, per la sua immensa sudiceria. »

Enrico Coleman, Diari

La descrizione di Enrico Coleman, paesaggista dell’Ottocento, è piuttosto impietosa nel descrivere Camerata Vecchia come una specie di immondezzaio. Non perché fosse Ginevra, intendiamoci. Soltanto che il pittore è un po’ troppo severo rispetto agli abitanti del paese più disgraziato della Valle dell’Aniene.

Il borgo di Camerata Vecchia è situato a oltre 1200 metri d’altezza su uno sperone di roccia privo di qualsiasi comfort, fatta salva la splendida vista sulla sottostante Piana del Cavaliere. Il perché sia stato fondato lassù è presto detto: i saraceni che nel IX secolo bullavano l’intera Valle dell’Aniene avevano lasciato intendere di non essere molto avvezzi al dialogo. E così le loro incursioni spinsero diversi gruppi di abitanti della vallatta a riunirsi e in qualche caso ad arroccarsi su luoghi impervi, facili da difendere ma difficili da abitare. Questa condizione storica è alla base dello sviluppo della Cammorata, paese saldato sulla pietra e lontano da tutto, costretto ad ingegnarsi persino per il più essenziale approvvigionamento idrico, in quanto unico centro dei Simbruini a non disporre di sorgenti nelle immediate vicinanze.

Come se non bastasse, la storia di Camerata dopo l’anno Mille è un continuo ritrovarsi sballottata tra l’Abbazia di Montecassino, quella di Subiaco e i conti dei Marsi. Col passare dei secoli la situazione politica tende a stabilizzarsi, ma si sviluppano altri problemi causati da quella fastidiosa collocazione proprio al confine tra il Regno di Napoli (in seguito delle Due Sicilie) e lo Stato Pontificio. Camerata diventa una sorta di porto franco per i briganti dell’uno e dell’altro territorio, una specie di Monkey Island senza mare (citazione per nerd, ndr). Non solo: il suo comprensorio diventa oggetto di periodiche contese sui confini dei due regni e dei comuni limitrofi.

Sarà il fuoco a risolvere tutti i problemi di Camerata Vecchia: il 9 gennaio del 1859 da un caminetto mal custodito prende avvio un incendio che in breve tempo si propaga per tutte le case. Difficile da raggiungere e priva della quantità di acqua necessaria a smorzare un incendio di quelle dimensioni, Camerata Vecchia viene completamente distrutta. Gli sfollati, per lo più donne, vecchi e bambini (gli uomini svernavano nell’Agro Romano per questioni di transumanza), sono costretti a vivere in condizioni di fortuna. Almeno fino a quando le diverse migliaia di scudi messe a disposizione dallo Stato Pontificio e da papa Pio IX in persona non producono i frutti sperati: il 20 settembre 1868 viene inaugurata (400 metri più a valle, mica scemi) Camerata Nuova.

E adesso? Oggi le rovine di Camerata Vecchia sono sempre lì, su quella cresta di roccia, come una piccola Macchu Picchu italiana. Per anni oggetto di campi internazionali di studio e recupero, quei perimetri di case e chiese aspettano ancora la realizzazione di un progetto che sappia custodirli e valorizzarli come meritano. Nel frattempo le fragili pietre continuano a mantenere viva la memoria del quotidiano eroismo della gente di montagna, raccontandone silenziosamente la fatica, l’abnegazione e la sofferenza.

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Informazioni

utili

Informazioni utili

| Da vedere

Pietre, soprattutto pietre. Che però custodiscono mille anni di storia e suggestione. C’è da vedere anche uno splendido panorama sulla valle sottostante e, se si è fortunati, anche qualche falco o poiana: in virtù della sua altezza, Camerata Vecchia è un ottimo punto di osservazione per i rapaci che abitano i cieli dei Simbruini.

| Difficoltà

Ci sono diversi sentieri che portano alle rovine, di cui uno per buona parte carrabile (se avete un fuoristrada o un panzer). I sentieri differiscono per difficoltà solo in virtù della pendenza: quelli più brevi sono anche i più verticali (e faticosi). Percorrendo la via carrabile si arriva con più calma e meno sforzo.
Attenzione però: se andate in estate non è detto che troviate i ruderi ripuliti dalle erbe infestanti. In primavera o autunno inoltrato è più probabile riuscire a vedere i resti delle abitazioni.

da visitare nei DINTORNI

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