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villa di nerone
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Sulla riva destra del fiume Aniene, lungo la strada che conduce ai monasteri benedettini di Subiaco, sono situati alcuni resti della Villa di Nerone. I piccoli ambienti erano parte di una villa romana molto più complessa e articolata, successivamente utilizzata dallo stesso San Benedetto. Sebbene occupino un’area molto ridotta, i ruderi della villa di Nerone sono la testimonianza di una delle più originali e ambiziose opere della Roma Imperiale.
« … nam quia discumbentis Neronis apud Simbruina stagna [in villa], cui Sublaqueum nomen est, ictae dapes mensaque disiecta erat… »
Tacito, Annales
La storia ce la racconta Tacito, e non ve la racconterò in latino. Dunque siamo poco dopo il 60 d.C. L’imperatore Nerone, ancor prima di pensare alla Domus Aurea a Roma (e dunque prima di quelle fastidiose accuse di piromania), si è fatto completare una sistemazione in campagna, presso una zona poco abitata lungo il corso del fiume Aniene. Si tratta di una struttura inedita e magnifica, per la cui costruzione gli architetti hanno dato prova di grande estro e capacità tecniche: la Villa si integra infatti con l’ambiente naturale circostante e lo modifica in modi impensabili per l’epoca. A caratterizzare la Villa sono infatti tre laghi artificiali, i Simbruina Stagna, appositamente creati per mezzo di altrettanti sbarramenti sul fiume.
Il racconto di Tacito è ambientato poco dopo l’inaugurazione della Villa, quando l’Imperatore si trova a fare i conti con un paio di cattivi presagi: un fulmine caduto sulla mensa e una brutta malattia contratta in seguito a una nuotata nei paraggi. La conclusione che ne deriva è ovvia: gli avversari sono pronti a un colpo di stato e gli dèi sono pure arrabbiati. Insomma, Nerone decide che è nettamente più sicuro starsene a Roma, dove è possibile tenere sotto controllo l’ambizione degli avversari politici e la suscettibilità degli dèi.
E la Villa? Beh, la struttura è troppo periferica rispetto a Roma e ai suoi interessi. Su di essa si abbatte indisturbata la damnatio memoriae e il conseguente reimpiego dei materiali: oggi il nucleo più completo è quello che comprende una parte delle sue terme e un ninfeo, che l’intraprendenza di San Benedetto da Norcia nel VI secolo trasformerà nell’abside del primo monastero da lui fondato: l’oratorio di San Clemente. Ma l’eredità della Villa di Nerone è anche e soprattutto simbolica. L’insediamento che di lì a breve si svilupperà a ridosso di quei laghi, da loro prenderà il nome di Subiaco (Sublaqueum, sotto i laghi, come dice Tacito).
VISITA la villa di Nerone CON ETHEA!
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Nell’attesa della sua riapertura, possiamo comunque accompagnarvi a dare un’occhiata dall’esterno.
Informazioni
utili
Informazioni utili
| ORARI
I RUDERI DELLA VILLA DI NERONE SONO ATTUALMENTE CHIUSI AL PUBBLICO
Per motivi di sicurezza, attualmente l’accesso ai ruderi è interdetto fino a data da destinarsi. Nella speranza che possano essere risolte le criticità che impediscono l’apertura della Villa, ci impegniamo a tenervi aggiornati su futuri sviluppi.
| COSTI
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| PARCHEGGIO
Sono presenti pochissimi posti macchina esattamente di fronte ai ruderi della Villa.
| ACCESSIBILITÀ
Internamente è un susseguirsi di quote irregolari, impossibile da visitare per chi ha serie difficoltà di deambulazione.